lunedì 1 novembre 2010

Review - Metallized.it - 88/100



LAMENTO CRITICO
Inizio a scrivere questa recensione, e sono praticamente in preda al panico. Come si recensisce un disco di metal demenziale? Da dove parto? Come finisco il pezzo? Cosa ci metto in mezzo? Vale la pena parlare dei testi? Delle musiche? Della produzione? Nel caso specifico, penso proprio di no. Perchè i Nanowar non sono una normale band di metal demenziale: i Nanowar sono probabilmente La band di metal demenziale! Ed Into Gay Pride Ride ne è l'assoluta, brillante conferma, mettendosi nella posizione di essere apprezzato da chiunque non sia troppo bacchettone per farsi quattro risate innanzi a titoli come Lamento Erotico, Stormlord Of Power e Metropolis PT. 3 - The Legacy: perchè oltre a trattarsi di un disco divertentissimo dal punto di vista dei testi, Into Gay Pride Ride è composto, arrangiato, suonato e registrato in maniera assolutamente professionale. Detto in poche parole: i Nanowar sono una band con le palle.
Vediamone insieme il perchè.

VOGLIO ANDARE A VIVERE NELLA FORES(H)TA
Abbiamo sedici brani, di cui cinque sono funzionali solo a far ridere l'ascoltatore ed undici in cui i Nanowar prendono tutte le loro conoscenze in ambito rock e metal, evidenziando spessissimo i clichè testuali e musicali della nostra amata musica, come ben espresso dal divertentissimo primo paragrafo di Look At Two Reels, cantato a mo' di filastrocca:

Sit down all you little children
Listen well to me
I'll tell you of Blind Guardian,
Dragonforce and Rhapsody

To listen to their songs
You need to know a lot of things
And read at least seventy times
The "Lord Of The Rings"


Tra tutti, i pezzi che più mi hanno divertito e colpito sono Forest Of Magnaccions e Lamento Erotico: la prima per la grande capacità autoironica (e per l'apparizione speciale di Piero Pelù, lo confesso!), la seconda per il bellissimo svolgimento della storyline, unita ad un arrangiamento da paura che non solo punta ai Rhapsody, ma per alcuni versi ci si avvicina anche qualitativamente... Notevole anche Odino & Valhalla (anche se i fan di Morricone e dei Pink Floyd potrebbero avere qualcosa da obiettare) e sorprendente Rap-Sody, che è la versione rappata della celeberrima Emerald Sword, lievemente adattata per l'occasione anche nei testi.

Ora, chi non ha ancora ascoltato questa perla di metallo demenziale potrebbe lecitamente chiedersi: ma questi come si permettono di schernire dei gruppi che, nel bene e nel male, hanno delle capacità musicali al di sopra della media? Con che coraggio prendono in giro i Rhapsody o i Manowar? Ebbene, lasciatevelo dire... i Nanowar lo fanno perchè se lo possono permettere. Certo, le voci di Potowotominimak e Mr. Baffo non sono neanche paragonabili a quella di un Fabio Lione, ma diamine se "i ragazzi" ci sanno fare... i due infatti possiedono una capacità di variazione timbrica da far spavento, ed un'elasticità vocale impressionante. Non so quale di loro si impegni principalmente nel cantato del disco, ma a prescindere da questa nozione il lavoro svolto è eccezionale; lo stesso si può dire del chitarrista Mohammed Abdul: anche lui, non è che sia un David Gilmour o un Luca Turilli, ma la sua prestazione su Into Gay Pride Ride è inattaccabile. Non mi dilungherò oltre congratulandomi anche con il batterista Uinona Raider ed il bassista Gatto Panceri 666, tanto ormai penso che sia chiaro il mio pensiero a proposito... tuttavia, meritano i miei complimenti i fonici del Temple Of Noise e degli Storx Studios, perchè oggi come oggi è rarissimo sentire delle buone produzioni analogiche.

NON E' UN DISCO PER POSERS
Si sarà capito che ho amato alla follia Into Gay Pride Ride: l'ascolto (e possibilmente l'acquisto, anche se so che la band ha reso l'album scaricabile gratuitamente presso il loro sito ufficiale) è consigliato a tutti coloro che non si prendono troppo sul serio, e che desiderino ascoltare qualcosa di divertente e contemporaneamente di grande qualità. Nell'ambito della valutazione numerica del disco ho tenuto in considerazione la qualità delle composizioni e degli arrangiamenti dei brani, la composizione della tracklist, la qualità dell'esecuzione e della produzione e, naturalmente, la cosa più importante... il grado di divertimento che questo platter riesce a procurarmi. Vivissimi complimenti, Nanowar: colpito e affondato! 


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