PREMESSA
Raccontare un concerto dei Nanowar Of Steel non è affatto un compito semplice, perché bisogna cercare di fare un buon resoconto, serio e dettagliato, di un qualcosa che serio proprio non può essere definito. A riguardo, mi tornano in mente i momenti precedenti al concerto milanese dei Rhapsody Of Fire, quando avevo davanti a me l’enorme tour bus della band di Luca Turilli ed insieme ai miei amici immaginavo che al suo interno alloggiassero anche dragoni e quanto di più facilmente accostabile al mondo fantasy. Quando vedo invece il mezzo utilizzato dai Nanowar, non riesco a non pensare che siano dei grandi: arrivano infatti puntuali davanti al pub di Torino a bordo di una modesta automobile grigia, strabordante di strumenti e costumi di scena... ed a prima vista non mi sembra possibile. Invece sono proprio loro che in tutta tranquillità si portano ogni cosa all’interno del locale e se la montano, con l’aiuto di pochi intimi. Dopo qualche attimo di stupore, capisco quanto l’immagine da loro creata non sia poi più di tanto inventata. Insomma, i Nanowar sono così anche fuori dal palco e ciò contribuisce notevolmente a creare quell’atmosfera da “siamo tutti fratelli” che percepisco ad ogni concerto metal a cui partecipo. E vogliamo parlare del palco del Corner House? Qualcuno lo definirebbe “accogliente”, altri direbbero semplicemente “minuscolo”, io invece mi chiedevo soltanto come potessero effettivamente starci e suonarci per un’ora e mezza.
Comunque sia, mi posiziono ad un tavolo laterale al palco insieme ad alcuni amici, e facendo una rapida stima dei presenti conto non più di cinquanta persone. Ma, trattandosi per l’appunto di un pub (adibito anche a pizzeria), di spazi vuoti praticamente non ce ne sono. L’unica critica della serata vorrei rivolgerla a colui che ha deciso l’orario d’inizio concerto. Avevo infatti letto su internet che il concerto sarebbe iniziato alle 21, mentre una volta giunto sul posto, mi accorgo che sul cartellone c’è amaramente scritto 22.30. Ovviamente ciò non è risultato essere più di tanto un problema per coloro che abitavano a Torino, ma per tutti gli altri lo era alquanto, dato che molti dipendevano dai treni e, difatti, sono dovuti uscire prima. Io, per mia fortuna, ho trovato ospitalità da un amico torinese e mi sono riuscito così a godere l’esibizione dall’inizio alla fine. Il concerto ha comunque inizio pochi minuti dopo le 23, quando i Nanowar (che nel frattempo hanno indossato i travestimenti abituali) salgono sul palco facendosi spazio direttamente tra i presenti, ricevendo applausi e risate di sorta.
IL CONCERTO
...Finalmente comincia! Stormlord Of Power è la prima mazzata della serata, la canzone che fa capire a tutti i presenti una volta di più che fare ciò che fanno i Nanowar e nel modo in cui lo fanno, non è cosa semplice: velocità supersoniche, potenza tipica di un vero gruppo power metal, e niente viene lasciato al caso. Certo, alla vista dei costumi da loro utilizzati (parrucche, pellicce, accappatoi, pigiami, tutù rosa, ecc.) non si possono trattenere risate di ogni tipo, ma gli applausi iniziali sono più che meritati. King (da sempre la mia preferita, lo ammetto) eleva ai massimi livelli le eccelse doti tecniche di Abdul, chitarrista dalle capacità davvero incredibili, e non può certo mancare il coro di tutto il locale che intona:
Walking on the hill,
With the crown of steel
Going to McDonald, to eat an happy meal
To eat an happy meal, to eat an happy meal
He's going to McDonald to eat an happy meal
He's the king,
King of the hill, of the happy meal
He's the king
Momenti che valgono la pena di esser vissuti almeno una volta.
E per chi dubitasse del fatto che, in quelle condizioni (seduto su di una sedia di legno trovata all’ultimo momento, con indosso un accappatoio che di certo non facilita i movimenti), il batterista Uinona Raider non fosse in grado di riprodurre alla stessa velocità l’inizio di Blood Of The Queens... beh, si è dovuto ricredere. Impressionante quanto ogni brano suonasse uguale al disco, ma con una sostanziale aggiunta di punti, dovuta al fatto di vedere coi propri occhi cosa siano in grado di fare su un palco questi cinque romanacci. Dopo l’irriverente quanto rapida (ben 8 secondi di canzone) Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword), ripetuta una decina di volte con un coinvolgimento totale del pubblico, tocca a To Kill The Dragon You Need A Sword proseguire le infinite parodie messe in atto dal gruppo. Ma è poi The Forest Of Magnaccions ad aumentare ancora di più i consensi da parte del pubblico, che si lascia piacevolmente trasportare dall’aria di festa venutasi a creare nel giro di così pochi minuti. Continuano anche i tanto amati riferimenti ai Rhapsody Of Fire, che vengono ancora una volta citati in Look At Two Reels (lampante riferimento a Luca Turilli), cantata a gran voce da tutta la gente. E arriva anche l’ora delle maggiori ambiguità, con Metal-La-La-La, riguardante tutti quegli sporchi metallari poco consoni a farsi una doccia, durante la quale spuntano spade che non sembrano voler finire in una roccia, quanto piuttosto in un luogo un po’ più buio:
Ma cos’è quella che vedo a terra? Una saponetta! Aspetta che la raccolgo... AAAH!!!
Dopo un breve intermezzo costituito dall’inizio di Toxicity e la ripresa di Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword), ecco la tanto attesa Odino & Valhalla, canzone superlativa tratta dall’ultimo album Into Gay Pride Ride, eseguita anch’essa in maniera perfetta, con cavalcate di batteria e quant’altro.Il coinvolgimento dei pochi presenti raggiunge i massimi livelli col Gioca Truè, in cui Baffo, con indosso sempre il suo sgargiante tutù rosa, prende pieno possesso del microfono per dare le istruzioni al pubblico, e al termine fa anche salire uno spettatore sul palco (il nostro amico Room 101 -conosciuto anche come Caparezza per la sua capigliatura fuori dal comune-) per rivolgergli un paio di domande dai toni ambigui. Siamo ormai quasi in chiusura di concerto, ma i Nanowar ci propongono ancora un brano tratto dall’ultimo album, l’omonima Nanowar, e ci regalano subito dopo una stupenda Master Of Pizza, attesa davvero con grande trepidazione. Arrivati a questo punto sembrerebbe che la band sia intenzionata a salutare così i propri fans ma, con nostra grande felicità, c’è ancora tempo per un bis ed allora ecco arrivare alle nostre orecchie Trycicles Of Steel, seguita da Metal (in cui Baffo lascia stupiti tutti con la sua voce), mentre proprio in chiusura si arriva al momento “hot” -anche visto l’orario (era passata già da un pezzo la mezzanotte)- con la grandiosa The Number Of The Bitch:
Forgive me, oh mum and dad
For the telecom sent the bill with wrath,
But I believed that the call was short
Let him who hasn't a girlfriend
Go and call the number of the bitch
Even if it is an expensive number, this number is 166 166 166
CONCLUSIONI DELLA SERATA
Ed è così, quasi all’una di notte, che i Nanowar salutano tutti calorosamente scendendo dal palco e andando a mischiarsi alla folla presente nel locale, parlando e scherzando con quanti gli si avvicinavano per ringraziarli ed elogiarli. Mai nella mia vita avevo assistito ad un concerto dalle atmosfere tanto amichevoli e distese, mai avrei pensato che mi sarebbe successo proprio con i Nanowar. Ovviamente il luogo dell’esibizione, trattandosi di un pub neanche tanto grande, ha fatto la sua parte, ma davvero non avrei mai immaginato di partecipare ad una serata del genere. I Nanowar Of Steel ci sanno fare, hanno capito perfettamente come mischiare serietà tecnica e musicale ad elementi totalmente sarcastici e parodistici, con costumi di scena e quant’altro. Quindi vi lascio con un consiglio: ascoltateli, divertitevi, andate a vederli, e state certi che non ve ne pentirete!
SETLIST
1. Stormlord Of Power
2. King
3. Blood Of The Queens
4. Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword)
5. To Kill The Dragon You Need A Sword
6. The Forest Of Magnaccions
7. Look At Two Reels
8. Metal-La-La-La
9. Toxicity (System Of A Down cover)/Power Of The Power Of The Power (Of The Great Sword)
10. Odino & Valhalla
11. Gioca Truè
12. Nanowar
13. Master Of Pizza
-Encore-
14. Trycicles Of Steel
15. Metal
16. The Number Of The Bitch
SO FUCKING ORGASMIC
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